Intervento sul database usato da banche e istituti finanziari per valutare i loro clienti rivelato da Repubblica. Fra i nomi anche Papa Francesco, Renzi e Grillo
di STEFANIA MAURIZI
Oggi arriva la notizia che le autorità garanti dei paesi europei hanno appena tenuto un incontro in cui hanno espresso preoccupazione su World-Check. A riunirsi per valutarlo è stato il sottogruppo “materie finanziarie” del gruppo di lavoro “Article 29“, che riunisce tutti i garanti per la privacy delle nazioni europee. A chiedere al sottogruppo materie finanziarie di esprimersi su World-Check è stata proprio l’Autorità italiana per la protezione dei dati.
Dall’incontro è emerso che esistono tre istruttorie aperte su questa banca dati: una in Inghilterra, una in Belgio e la terza in Italia, come aveva confermato il garante Antonello Soro a Repubblica, spiegando di aver “ricevuto la segnalazione di un cittadino italiano che ha subito danni enormi dall’inserimento in World-Check di dati non aggiornati. Il suo profilo, anche dopo la sua specifica richiesta di cancellazione, continuerebbe a essere a disposizione di banche e di altri operatori finanziari”.
Il problema di World-Check è che un database completamente confidenziale: chi lo usa non va in giro a dirlo. E chi ci finisce dentro spesso non lo sa e non lo scopre se non quando è troppo tardi, perché magari il conto in banca gli è stato già chiuso sulla base di informazioni che, in alcuni casi, non sono aggiornate e quindi affidabili, e a volte sono completamente arbitrarie.
Lo sa bene la moschea di Finsbury Park a Londra, che nel 2014 si è vista chiudere improvvisamente il conto in banca dalla HSBC, senza spiegazioni, senza possibilità di appello e senza che nessun istituto di credito, a parte la Banca Islamica, fosse disponibile ad aprirne un altro. Solo un’inchiesta della BBC aveva permesso alla moschea di scoprire che dietro questa scelta c’era il database World-Check, che aveva schedato Finsbury Park nella categoria “terrorismo”. Il centro religioso aveva effettivamente avuto un passato turbolento, a causa dell’imam radicale Abu Hamza che vi predicava, ma dopo il 2005 era completamente rinata e diventata un esempio di integrazione per la comunità locale, lodato anche da leader politici come Jeremy Corbyn. Eppure World-Check inchiodava Finsbury Park al suo passato più remoto, creandole non pochi problemi, che hanno spinto la moschea a ricorrere in tribunale contro Thomson Reuters e a vincere, ottenendo anche 10mila sterline a titolo di compensazione.
Proprio questa settimana la Banca d’Italia ha reso noto il boom delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette a rischio di riciclaggio e terrorismo, che hanno ormai superato le 100mila unità. Viene da chiedersi in che misura queste segnalazioni facciano affidamento su database come World-Check, che, secondo quanto pubblicizza Thomson Reuters, viene compilato utilizzando oltre 540 liste di sanzioni governative e report giornalistici su oltre 240 paesi: un lavoro che si basa su 100mila “fonti rispettabili” (reputable sources).
L’inchiesta del nostro giornale ha permesso di rivelare una schedatura completa della politica italiana: dalla famiglia di Beppe Grillo a quella di Matteo Renzi, escluso babbo Renzi, ma inclusa la bambina piccola, finita in World-Check quando era praticamente nella culla. Le schedature più delicate, però, sono quelle che compaiono sotto la voce “terrorismo” e che vedono incluse organizzazioni come “CasaPound”, mai finita in inchieste sul terrore, gruppi come la Federazione Anarchica Informale o attivisti politici come i NoTav o anche individui innocenti, perché completamente scagionati dalle accuse di terrorismo ben nove anni fa.
Chiunque può chiedere alla Thomson Reuters di sapere se è schedato in World-Check, che informazioni contiene il database e quanto sono aggiornate. Per farlo, è necessario inviare un’email a contact@world-check.com . E,
a questo punto, è importante farlo proprio in queste settimane in cui i garanti europei del sottogruppo materie finanziarie stanno monitorando il caso. Perché World-Check è solo una raccolta di dati immateriali, ma può avere conseguenze pesanti sulle vite degli schedati.