di FRANCESCA DE BENEDETTI
Negli ultimi due anni in Europa sono stati hackerati parlamenti, campagne elettorali, tv, università, ospedali, smart tv di casa. Che cosa farà Bruxelles per impedirlo?
“Oggi è facile attaccarci. Bisogna al più presto proteggere i cittadini. La strategia lanciata nel 2013 va aggiornata: all’epoca non era diffuso l’internet degli oggetti e gli hackeraggi non erano all’ordine del giorno. La Commissione lancia una proposta per la gestione condivisa dell’emergenza e per la prevenzione”.
Quanto rischiamo oggi?
“Teme che le elezioni tedesche possano essere hackerate? I rischi sono economici e politici. A causa dei cyberattacchi, l’Ue perde 265 miliardi di euro l’anno. Circa il 95 per cento degli attacchi è dovuto a errori umani, fino all’80% però può essere evitato con la sicurezza. Non penso che qualcuno cercherà di influenzare direttamente il voto: sarebbe come dichiararci guerra, ma le democrazie vanno protette”.
Come entra in campo l’Ue?
“Il primo punto è coordinarsi. Nessuno Stato membro può affrontare in modo efficace le minacce attuali se rimane isolato. Vogliamo incentivare la cooperazione. Lo faremo dando un nuovo mandato permanente e incisivo all’agenzia per la sicurezza delle reti e dell’informazione (Enisa). Poi avvierete nel 2018 un progetto pilota: un network per la cybersicurezza e un centro di ricerca per sviluppare tecnologie, analisi e simulazioni”.
Per i cittadini cosa cambierà?
“Le crisi saranno gestite insieme, stileremo le mosse da mettere in atto in caso di emergenza. Poi chiederemo alle imprese di aderire, su base volontaria, a un sistema europeo di certificazione: il consumatore potrà leggere dall’etichetta quanto è sicuro un dispositivo connesso a Internet. Rafforzeremo educazione e ricerca: visto che da qui al 2022 si sentirà la mancanza di 350mila esperti di cybersicurezza, dovremo colmare il gap. Sarà un’opportunità per i ragazzi. Per rendere l’Ue competitiva, la cybersicurezza dovrà entrare nei percorsi accademici e nei cv degli europei”.
Come ce la caviamo a confronto con gli Stati Uniti?
“Parliamoci chiaro, loro investono molto di più, ma l’Europa
E l’Italia?
L’Italia in quest’ambito non è forte, ma eccelle nello high performance computing, l’industria dell’auto o i dispositivi connessi per la casa. L’importante sarà unire le forze.